by Daria Benetazzo
Un bastimento carico di editori, autori celebri e belle premesse è in partenza per l’ostico mare del mercato librario italiano. La nave di Teseo è il paradosso filosofico illustrato nelle Vite Parallele di Plutarco, dove ci si chiede se il vascello dell’eroe ateniese che sconfisse il Minotauro, i cui pezzi vengono sostituiti uno a uno a causa del deterioramento negli anni, alla fine sia ancora quello originario o uno completamente diverso. E il dilemma dell’identità è sicuramente quello che ha portato Elisabetta Sgarbi, ex direttore editoriale di Bompiani, a decidere con coraggio di lasciare, dopo 25 anni, l’editore storico, “inghiottito” dal mega gruppo Mondadori-RCS, per fondare la nuova casa editrice indipendente insieme a un gruppo di colleghi, e soprattutto di autori, convinti che il passo fosse necessario.
La nave di Teseo, dunque, con sede a Milano, come si legge nel comunicato, avrà come direttore generale ed editoriale la Sgarbi, tra i fondatori gli altri editori che si sono dimessi da Bompiani: Mario Andreose, Eugenio Lio e Anna Maria Lorusso, e gli autori Umberto Eco, Sandro Veronesi, Furio Colombo, Edoardo Nesi, Sergio Claudio Perroni. All’iniziativa hanno aderito anche altri scrittori italiani e internazionali, tra cui l’autore marocchino conosciuto per i libri sul razzismo Tahar Ben Jelloun, il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco, Mauro Covacich, Lidia Ravera, l’americano premio Pulitzer per la narrativa per il romanzo Le ore Michael Cunningham, lo scrittore e sceneggiatore anglo-pakistano Hanif Kureishi. Le pubblicazioni inizieranno nel maggio 2016, con una previsione di 51 titoli entro l’anno, che spazieranno tra narrativa, saggistica e poesia, italiane e straniere, con un’attenzione alle nuovi voci così come ai classici. Il coraggio, dunque non risiede tanto nel programma o nell’impostazione del progetto, quanto nel gesto: uscire da quello che è diventato, con la recente acquisizione di RCS libri da parte di Mondadori, non solo il più grande gruppo editoriale italiano ma un colosso che può controllare quasi il 40% del mercato, e imbarcarsi (è il caso di dirlo) in un’avventura indipendente è un’iniziativa rischiosa, anche per chi può contare su grande esperienza e nomi di spicco.
La nave di Teseo, ha detto Elisabetta Sgarbi in un’intervista a Illibraio.it, “non nasce contro nulla e nessuno, ma nasce con un’idea di editoria che mi corrisponde, e che penso di aver tentato di interpretare da Bompiani”; il problema non è dunque chi sia il proprietario del nuovo gigante, già ribattezzato Mondazzoli, ma proprio l’identità che rischia di appiattirsi, quell’idea di editoria, in cui la pluralità è un valore fondamentale e molto caro, evidentemente, anche agli autori.
Il parere più importante a cui prestare attenzione nel 2016, però, sarà quello dei lettori. In un paese in cui, nel 2014, si è ristretto ancora il già ridotto bacino dei lettori (-3,4%, cioè 848mila secondo l’AIE, l’associazione italiana editori, che pure evidenzia anche qualche motivo di ottimismo), è legittimo chiedersi quale sia la percezione che i lettori hanno dell’idea di editoria, che tanto sta a cuore agli addetti ai lavori (o almeno ad alcuni). Quanto è determinante, nella scelta di un libro, conoscere la casa editrice che lo pubblica (e le persone che ci lavorano)? Che idea hanno i lettori del rapporto che lega autori ed editori? Queste percezioni cambiano a seconda che si scelga di leggere un libro cartaceo o un ebook? La nuova casa editrice di Elisabetta Sgarbi, in un contesto generale di mercato italiano in cui, parallelamente a fenomeni come quello di Mondazzoli, crescono gli editori piccolissimi (+ 0,3% nel 2014 sempre secondo i dati AIE), potrebbe diventare un “caso di studio” efficace per far luce su questi temi.
La nave di Teseo, intanto, è salpata e sembra guardare lontano.