Dei libri Mondadori usciti di recente, ci siamo innamorate dell’ultimo romanzo di Gaia Manzini Ultima la luce (Mondadori editore, collana Scrittori italiani e stranieri, 248 pagine).
Gaia Manzini è una giovane autrice che conosciamo bene: l’abbiamo incontrata in radio, la prima volta, in occasione dell’uscita della raccolta di racconti Pensiero madre e poi l’abbiamo seguita passo passo nella sua produzione, che fino all’anno scorso si era fermata al romanzo La scomparsa di Lauren Armstrong (raccontato in questa recensione).
L’ultima sua fatica letteraria, Ultima la luce, è tra i nostri libri consigliati nel 2017 anche per te, se ti senti in questo stato d’animo:
Genere: femmina
Età: dai 20 anni in su
Carattere e stato d’animo: sei una persona cólta, empatica e decisamente raffinata. In qualche modo fortemente affezionata al passato, guardi però sempre al futuro
Libri piaciuti: Caos calmo di Sandro Veronesi, Dove la storia finisce di Alessandro Piperno, Quella sera dorata di Peter Cameron
Il titolo del romanzo è allo stesso tempo enigmatico ed evocativo, ma trova la sua spiegazione in un fatto vero e proprio che viene raccontato:
[…] gli anfibi sono destinati a una vita luminosa». La vita luminosa. Chissà perché gli tornava in mente dopo tanto tempo. Acqua, luce: era la vecchia litania che gli aveva insegnato suo padre per tenere il ritmo della respirazione. «L’importante però è non finire con l’acqua… ultima la luce!»
Ascolta la prima parte dell’intervista (o scaricala qui) in cui l’autrice ci svela anche la particolarità della dedica, che sembra uno strano caso di omonimia:
Il romanzo racconta di Ivano, ingegnere affermato e padre di famiglia, arrivato quasi a settant’anni senza aver mai raggiunto il fratello Lorenzo a Santo Domingo, nonostante le insistenze della moglie. Quando Sofia, amatissima, muore, l’uomo decide di affrontare la distanza e lì scoprirà che la sua vita e l’immagine che si era costruito della sua famiglia poggiavano su una grande menzogna.
Gaia Manzini torna al romanzo con una nuova storia di famiglia (dopo La scomparsa di Lauren Armstrong e i racconti Nudo di famiglia) e di maternità, definita da alcuni un romanzo borghese, genere letterario non molto in voga di questi tempi, e perciò ancora più interessante.
Ascolta la seconda parte dell’intervista (o scaricala qui) e scopri cosa lei ci racconta di tutto questo e, anche, se ha già il pensiero su un nuovo progetto:
All’ora di pranzo in chiesa non c’era mai nessuno. Era entrato sperando di potersi sedere qualche minuto, ma subito si era accorto di non essere solo. C’era una figura di spalle che sedeva sull’ultima panca: il collo affusolato, la testa minuta, i capelli chiari raccolti in uno chignon. Indossava un completo azzurro, gonna e giacca a maniche corte; da come le ricadeva dalle spalle, poteva essere di qualche taglia più grande, ma questo non faceva che mettere in risalto, nascondendola, l’ossatura minuta. Nell’avvicinarsi Ivano aveva notato che se ne stava assorta, le labbra contratte, lo sguardo fisso davanti a sé. Anche se i mocassini producevano ritmici rimbombi in tutta la chiesa, lei non si era girata a guardarlo.