llustrazione di copertina di CLAC
Il gatto Balinese, a dispetto del nome, non è originario di Bali. Hai presente che gatto è? No?! Comprensibile, ma noi siamo avvantaggiate perché ce l’ha descritto Virginia Perini di Argos e Gattomagazine, esperta di mondo felino.
È una razza nata da una casualità genetica, cioè dall’incrocio di due Siamesi che avevano entrambi, silente, il gene del pelo lungo, probabilmente di un antenato gatto d’Angora, ed è noto come “il gatto volpe” perché ha una coda bella folta. Insomma: un siamese con la codona! Il nome gli deriva dal fatto che i suoi movimenti eleganti ricordano le danzatrici dell’isola di Bali.
(immagine da Gattomagazine)
Ha mantenuto le caratteristiche caratteriali tipiche del temperamento del Siamese: è intelligente, molto vivace e talvolta anche presuntuoso. Nei confronti dell’uomo è socievole e affettuoso, ma spesso può mostrare una profonda gelosia nei confronti della persona a cui ha deciso di donarsi, tant’è che il suo egocentrismo lo induce a non sopportare la presenza di gatti estranei in famiglia. Per tutte queste ragioni viene assimilato alle donne. Gioia è perplessa:
Ma come si capisce l’intelligenza di un gatto?
Ascolta la prima parte del racconto di Virginia (o scaricala qui) e scoprirai la risposta:
Quale libro potrebbero leggere gli “umani” del gatto balinese? Virginia fuori onda suggerisce:
Un autore orientale ma che vive negli Stati Uniti e una storia un po’ passionale!
Ed eccola accontentata: Una vita come tante di Hanya Yanagihara (Sellerio), un romanzo di cui abbiamo parlato tanto – e bene – (qui), e che ha a che fare con legami forti come quelli che instaura il Balinese.
Ascolta poi dalla voce di Vale tutte le altre ragioni di quest’abbinata (o scarica il podcast qui):