È notizia di un’ora fa: in cinquina al premio Campiello 2017 c’è anche L’Arminuta di Donatella di Pietrantonio (Einaudi, collana Supercoralli, 163 pagine), uno di quei libri che ti tolgono il fiato. Lieve ma densissimo, lo leggi come fosse un liquido dissetante di cui nemmeno sapevi d’aver sete. Ti piace se sei fatto così:
Genere: maschio o femmina
Età: dai 15 anni in su
Carattere e stato d’animo: sei curioso, aperto verso le nuove esperienze e senza pregiudizi. Quando eri bambino amavi farti leggere e rileggere dalla mamma le storie della buonanotte senza stancarti mai. Adesso che sei grande non sei poi così tanto cambiato.
Libri piaciuti: L’amica geniale di Elena Ferrante, Ti ho cercata in ogni stanza di Saveria Chemotti, Da dove la vita è perfetta di Silvia Avallone.
In abruzzese “arminuta” significa ritornata: la protagonista viene infatti riconsegnata, all’età di tredici anni, alla famiglia naturale che l’aveva ceduta a una coppia di parenti sterili. L’autrice ci racconta che è proprio quello il dramma della protagonista: il ritorno “a casa”, perché se del primo abbandono non può avere memoria consapevole, quello della famiglia adottiva lo vive pienamente.
L’Arminuta dice di sentirsi orfana di due madri viventi, ma riesce a compensare sul piano del rapporto con i pari: nella sorellanza e nella fratellanza recupera quello che ha perso come figlia
Infatti la sorella minore Adriana, con cui dividerà il letto testa contro gambe, è da subito la sua confidente e, da Vincenzo, fratello diciottenne, viene guardata con occhi desiderosi, ricambiandone il desiderio. Dice Di Pietrantonio:
Non è un amore incestuoso il loro, perché non hanno vissuto come fratello e sorella: l’informazione che lo sono viene calata dall’alto e quindi li trovo assolutamente innocenti nei loro approcci erotici, perciò ho deciso di far loro vivere questo sentimento
Ascolta la prima parte dell’intervista (o scaricala qui):
Il romanzo è ambientato in terra d’Abruzzo, dove Donatella Di Pietrantonio vive, e solo l’occhio attento (e informato) può cogliere tutti i dettagli rivelatori. Noi, per esempio, abbiamo notato la “presentosa”, un pendaglio tipico di quelle zone dalla foggia ch’è quasi un ricamo. L’Abruzzo, che fa da sfondo anche ai suoi precedenti romanzi, lei lo definisce
Un personaggio invadente, che si stende da solo sulla carta. Non posso farne a meno. […] Oltre alla presentosa compaiono gli arrosticini, la coperta abruzzese che però purtroppo non si fa più…
Ascolta la seconda parte dell’intervista (o scaricala qui):
Valentina
Grazie per le segnalazioni. Sempre appropriate.