Abbiamo letto insieme Espiazione il 3 maggio 2017 alla libreria Feltrinelli di Padova. All’incontro ha rotto il ghiaccio Maria Luisa, che aveva letto Espiazione nel 2001, appena pubblicato in Italia da Einaudi:
Confesso che ho la prima edizione e ne vado fiera. Conoscevo già McEwan per i suoi precedenti libri (Cortesie per gli ospiti o Bambini nel tempo o Il giardino di cemento) ma in Espiazione si è superato. Questa signorina Briony (la 13enne protagonista del romanzo, ndr) è estremamente antipatica ma è un escamotage usato da Mc Ewan per liberare il potere della scrittura. Mi ha ricordato il romanzo Così ha inizio il male di Javier Marías (un altro libro letto nel nostro gruppo di lettura) ma Marías è più indigesto, più verboso. Mentre McEwan è divino!
E hanno fatto seguito le opinioni di tutti a partire da una di noi, Valentina:
McEwan non ha ancora ricevuto il Nobel per la letteratura ma vedrete che manca poco! Quanto vorrei portarlo al gruppo di lettura! Ho incontrato McEwan per caso in una libreria di quartiere, con poche novità sugli scaffali. Ho trovato Sabato che mi ha folgorato! Il successivo è stato Espiazione. Ne ho lette le prime 166 pagine e poi mi sono dovuta fermare perché Briony era insopportabile! Ma poi ho anche pensato: se un autore riesce a costruire un personaggio così vero è un grande scrittore.
Gaia invece difende Briony dicendo che è sicuramente una bimba odiosa e viziata, ma anche profondamente sola e abbandonata dagli adulti a se stessa, alle sue interpretazioni arbitrarie sulla vita. Maria Luisa infatti continua:
Per me la vera protagonista non è Briony, ma la scrittura: il potere delle parole, che avvicinano lo scrittore a Dio. McEwan stesso fa confessare questo concetto a una Briony ormai vecchia, nelle ultime pagine del libro
L’altra di noi, Gioia, sorride:
Valentina sostiene che McEwan sia meglio di Dante. Ma se lo scrittore è meglio di Dio, allora la classifica è: 3° Dante, 2° Dio, 1° Mc Ewan!
Non ha tutti Espiazione è piaciuto. Romina infatti si sfoga così:
Posso fare la voce fuori dal coro? Ma che palle, che palle! Questo libro è noiosissimo! Mi è piaciuto solo il pezzo in cui si descrive perfettamente l’emicrania della madre di Briony perché è descritta veramente benissimo (io ne soffro). Ma dico: “Cara mamma di Briony, perché non ti prendi una bella Tachipirina 1000 che ti passa tutto?!” Con le mie sorelle ci siamo anche impegnate e abbiamo guardato il film ma, niente, una palla uguale! Forse siamo lettrici troppo impazienti e freneticheper apprezzare questo libro.
Espiazione è un romanzo pervaso da un senso di catastrofe imminente: il destino degli adulti è nelle mani di una bambina creativa, visionaria, ma anche cruda, piccola, fragile e sola, che con la sua innocente fanciullezza darà luogo ad una catena di tragici eventi. Ma è proprio così?
Paola tende a solidarizzare con la piccola Briony e dichiarare, invece, il suo fastidio per il comportamento degli adulti del romanzo: assenti, apatici, giudicanti, colpevoli di non aver fatto il loro dovere di guida, di contenimento della piccola, di “chiave di lettura”. E Alessandra rivede in lei la classica bambina che vuole scrivere (diventerà infatti una scrittrice da adulta) per avere il controllo su tutti i membri della sua famiglia, controllo che non è reale ma fantasticato. Renata sostiene che il romanzo sia diviso in tre parti:
L’inizio è più lento, la parte centrale del libro – dedicata alla storia della guerra – è più accelerata e concreta, la terza e ultima – che narra la vecchiaia di Briony – è più osservativa. Ho amato queste atmosfere, descritte con un linguaggio stupendo: alcune frasi di Ian McEwan sono immodificabili! L’autore riesce a raccontare i sentimenti con maestria senza mai descriverli in modo didascalico. È spaziale, anche se ogni tanto mi auguravo, “Chissà che arrivi un dialogo!”
Ma dove sta l’espiazione citata nel titolo?
Giulia sostiene che stia nell’essere costretti a vivere tutta una vita, dalla fanciullezza alla vecchiaia, con una colpa così imperdonabile sulla coscienza (non vi sveliamo però quale, per non rovinarvi la sorpresa). Infatti, alla fine del libro, troviamo una Briony anziana che si è affermata come scrittrice ma si logora nella demenza senile: un contrappeso penoso proprio per una professione come quella dello romanziere.
La nostra recensione collettiva si chiude con Jsaac che, sornione come sempre, dichiara rivolgendosi a una di noi, Valentina,
Purtroppo mi è piaciuto tanto. È il miglior suggerimento ricevuto finora nel gruppo di lettura con voi Personal book shopper. L’accostamento a Marias percò no, non ci sta secondo me. Marías è molto teatrale mentre McEwan è più poetico. Sono rimasto colpito dai colpi di scena, e sull’argomento sono molto esigente.