“La resistenza del maschio” di Elisabetta Bucciarelli

Hai presente quando ad una cena numerosa si entra in tema di “maschile e femminile” e nessuno riesce a venirsene fuori con delle affermazioni sensate? Quando l’esempio per sostenere la tua tesi ce l’hai sulla punta della lingua ma, alla fine, riesci a mettere in fila solo una collezione di banalità?

C’è un romanzo che indaga questo tema molto bene, in modo originale e avvincente al punto che, leggendo, giri le pagine una dopo l’altra fino a quando, senza accorgerti, sei arrivato alla fine. È “La resistenza del maschio” di Elisabetta Bucciarelli (NNEditore, collana ViceVersa, 234 pagine) e piace anche a te che sei fatto così:

Genere: femmina o maschio curioso

Età: dai 25 anni in su

Carattere e stato d’animo: sei un osservatore, una persona che riflette sul mondo che hai attorno, e ti affascinano le dinamiche sociali. Ti piace analizzare i microcosmi (la famiglia, i tuoi amici, i commensali ad una cena) come fossero un macrocosmo governato da leggi fisiche. Indubbiamente sei una persona brillante e hai voglia di una lettura che ti stuzzichi

Libri piaciuti: “La scomparsa di Lauren Armstrong” di Gaia Manzini, “XY” di Sandro Veronesi, “Inganno” di Philip Roth.

Abbiamo avuto la fortuna di poter dialogare con l’autrice sui temi del suo libro, che indaga la mutazione del maschio mettendosi nei suoi panni, come ci ha detto lei stessa.

Racconta infatti la storia di un uomo e di come “resista” alle richieste della sua compagna e alle pressioni del mondo esterno in generale, che lo vuole ora principe azzurro, ora padre, ora qualcos’altro ancora. Una notte assiste impotente ad un incidente: un’auto, con a bordo una donna, si schianta contro un  lampione, e il protagonista non riuscirà più a togliersi dalla mente quell’immagine. La stessa donna e altre due  vengono poi fermate dalla penna della scrittrice mentre, aspettando un medico in sala d’attesa, entrano in confidenza e parlano di uomini, i loro, di come sono e come li vorrebbero.

Ascolta la prima parte dell’intervista all’autrice (o scaricala qui):

Quello che colpisce il lettore mano a mano che la storia si dipana è come le vite di cui si racconta siano inestricabilmente intrecciate: per l’autrice non sono coincidenze, ma il frutto della presenza degli altri nella vita di ciascuno. L’ esistenza altrui nelle nostre vite determina una piccola variazione della piega che gli eventi da soli prenderebbero. Così le donne che l’autrice descrive, tra cui la moglie, influenzano la vita del protagonista, nonostante lui cerchi di prendere le distanze dal mondo attraverso una maniacale ricerca di ordine, fatta di proporzioni, misure, conteggi:

«Lei è molto bella». [L’Uomo] Non ama misurare la bellezza ma le ha detto molto. Sa che alla ragazza resterà attaccato l’avverbio invariabile più che l’aggettivo.
Non si domanderà:
1) Molto rispetto a cosa
2) Molto per quanto tempo.
È questa la differenza tra una ragazza e una donna.

Ascolta la seconda parte dell’intervista all’autrice (o scaricala qui):